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[p. 224 modifica] eccellenti), ed egli lo fa parlare e gli altri ne parlano.


*   La cagione di quello che dice Montesquieu (Grandeur, ec., c.4, Amsterdam 1781, p. 31. fine) è non solamente che nessun privato perde quanto il principe nella rovina di uno stato, ma eziandio che nessuno crede di poter cagionare quella rovina che non può impedire.


*   Agevole viene da agere come facile da facere; e questo agere essendo ignoto alla nostra lingua, non è verisimile che il suo derivato agevole non ci sia venuto già bello e formato dagli antichi latini che avranno detto agibilis.


*   A colui che occupa una nuova provincia o per armi o per trattato è molto piú vantaggioso il suscitarci e il mantenerci due fazioni, l'una favorevole e l'altra contraria al nuovo governo, di quello che averla tutta ubbidiente e sottomessa e indifferente dell'animo. Perché la prima fazione essendo ordinariamente piú forte della seconda, e perciò questa non potendo nuocere, si cavano da ciò due vantaggi. L'uno, d'indebolire i paesani e renderli molto piú incapaci di riunirsi insieme per intraprender nulla, di quello che se tutti fossero indifferenti, il che poi viene a dire tacitamente malcontenti. L'altro, di avere un partito per se molto piú energico e infervorato di quello che se non esistesse un partito contrario, perché i principi non dovendo aspettarsi di essere amati né favoriti [p. 225 modifica]dai sudditi per se stessi né per ragione, debbono cercare di esserlo per odio degli altri e per passione. Giacché il contrasto eccita anche quei sentimenti che in altro caso appena si proverebbero, e quello che non si farebbe mai per affetto proprio, si fa per l'opposizione