<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2994&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20161204063652</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2994&oldid=-20161204063652
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2994 Giacomo LeopardiXIX secoloZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 121modifica]uro ec., come dissero ussi, hausi, haesi ec. per uri perfetto, hauri o haurii ec. Ben so che siccome dissero quaesii, quaesivi,[p. 122modifica]quaesivi,quaesitus, quaesitum per quaerii, quaerivi, quaeritus, quaeritum che sono affatto perduti, cosí dissero quaeso per quaero, e tutto questo verbo profferirono colla s siccome colla r, benché questa in molte voci di quaero non sia perduta, anzi col tempo sia rimasta in esse voci la sola pronunzia della r e non quella dell’s. Dalle quali cose è seguíto che di quaero e quaeso si facciano dai lessicografi ec. due verbi, essendo un solo, e che quaero si faccia anomalo (quaero is, sii o sivi, situm), e quaeso difettivo (quaeso is, ii o ivi), quando in realtà il primo (volendoli distinguere, che non si dee) sarebbe difettivo, e il secondo intero e regolarissimo. Ma tornando al proposito, questo quaeso mi persuade che si dicesse anche haeseo, hausio e cosí in ogni altra voce; e cosí pure in molti altri verbi de’ quali si dee discorrere nel