[p. 86 modifica] (vedi Forcellini in pinso, fine), non avrebbero forse pensato a bandire questo verbo. E meno ancora lo avrebbero fatto se avessero osservato questo medesimo verbo pisare appresso un anonimo, de re architectonica, il quale non ho ora tempo d’investigar chi sia, se non è l’epitomatore di Vitruvio, ma certo al suo stile non par troppo recente, e vedi il suo passo nel glossario in Pisare. E meno se avessero guardato allo spagnuolo pisare (calcare, cal-pestare) e all’italiano pigiare, ch’é il medesimo: e se in quel luogo di Varrone ficum et uvam passam cum piserunt, dov’essi ripongono pinserunt, avessero osservato l’evidente conformità con le solenni frasi vernacole pisar las uvas, pigiar le uve. E cosí se avessero posto mente al sostantivo piso onis, derivante da pisare o certo da pisus per pinsus, il qual sostantivo trovasi appresso il Forcellini e nel citato anonimo appresso il glossario e nello spagnuolo pison, onde pisonar ec. Vedi ancora nel Forcellini in pinso il luogo di Varrone l. I, R. R., c. 63, con quel ch’ei ne dice: e il vocabolo Pisatio, dove non lodo quei che leggono spissatione.