Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2932
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sembra dir Festo, o che si potrebbe ragionevolmente raccogliere dalle di lui soprascritte parole chi non sapesse i fatti.
Pistus1, onde pistare, è formato evidentemente dal regolare e primitivo pinsitus, toltagli la n, onde pisitus, e contratto questo in pistus, come positus, repositus ec. in postus, repostus. E vedi la p. 2894. Ora, come da pinsitus pisitus e pistus, tolta la n, cosí da pinsus, altro participio irregolare di pinso, del qual participio altresí s’hanno parecchi esempi (vedi Forcellini in pinso, fine, e pinsus), fu fatto, secondo me, pisus, e da questo, siccome da pistus pistare, viene il verbo pisare, il quale conseguentemente e secondo questo discorso, è un continuativo di pinsere, appunto come pistare, e come forse pinsitare. Se a questo discorso avessero posto mente quelli che appresso Varrone e Plinio sostituiscono il verbo pinsere al verbo pisare (o pisere, di cui poscia), riconosciuto pur da Diomede, e letto ancora da taluni appresso Persio