Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2882

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*   È notabile come lo spagnuolo atar abbia conservato il proprio e primitivo significato di aptare, cioè legare, significato che, benché proprio e primitivo, pur non è molto frequente negli autori latini, anzi un esempio che faccia veramente al caso non mi pare [p. 54 modifica]che sia se non quello d’Ammiano nel Forcellini, voc. aptatus. Ora Ammiano è pur di bassa latinità. Mostra che il volgo abbia sempre conservato il primo uso di questo verbo, piú degli scrittori eleganti, che l’hanno piuttosto adoperato metaforicamente. Del resto, se mai si potesse dubitare che il verbo aptare venisse da aptus, il cui proprio senso è legato ec., e che Festo dice essere participio di apo, lo spagnuolo atar, che vale legare, congiungere, finirebbe di mandare a terra qualunque dubbio. Il nostro attare, adattare, adapter ec. ha per proprio il significato metaforico ordinario di apto, adapto ec. Vedi nel Forcellini esempi di coaptare, coaptatio, coaptatus (συνάπτειν), in senso di collegato ec., tutti di S. Agostino, il quale certo non pigliava questo buono e primitivo uso di tali parole da’ piú antichi padri della scrittura latina, né dagli scrittori aurei che non le usano, ma dal parlar del volgo, che tuttavia conservava quel significato, come ancora lo conserva in Ispagna. E cosí dite di Ammiano.