<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2858&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20161007113015</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2858&oldid=-20161007113015
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2858 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 38modifica] che in essa materia, e piú si deve al genio che alle circostanze esteriori. Neanche una tal opera può molto giovare alla lingua, né servire ad arricchirla o a variarla o a formarla e determinarla, sí perch’ella dee perdere queste impronte e queste forme colla stessa facilità con cui le riceve e per la ragione stessa per cui cosí facilmente le riceve; sí perché queste nella loro moltiplicità nocciono l’una all’altra, si scancellano e distruggono scambievolmente e impediscono l’una all’altra l’immedesimarsi durabilmente e connaturarsi colla favella; sí perché questa moltiplicità immoderata è incompatibile con quella tal quale unità di carattere che dee pur [p. 39modifica]avere una favella ancorché immensa, massime ch’elle sono diversissime l’une dall’altre, o ripugnano scambievolmente; sí perché gran parte di queste forme o impronte essendo alienissime o affatto contrarie al carattere nazionale de’ tedeschi, e a quello della loro letteratura, non possono se non nuocere alla lingua e guastarla, o impedire o ritardare ch’ella prenda e fortemente