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(2858-2859-2860) | pensieri | 39 |
avere una favella ancorché immensa, massime ch’elle sono diversissime l’une dall’altre, o ripugnano scambievolmente; sí perché gran parte di queste forme o impronte essendo alienissime o affatto contrarie al carattere nazionale de’ tedeschi, e a quello della loro letteratura, non possono se non nuocere alla lingua e guastarla, o impedire o ritardare ch’ella prenda e fortemente (2859) abbracci e ritenga quella sola forma e carattere che le può convenire, cioè quella che sia conforme al carattere della nazione e della nazionale letteratura, senza la qual forma perfettamente determinata e da lei perfettamente ricevuta per costantemente conservarla, essa lingua non sarà mai compiuta e perfetta.
Conchiudo che se i traduttori tedeschi (grandissimi letterati e dottissimi, e spesso uomini di genio) fanno veramente quegli effetti che ho ragionati nel principio di questo pensiero, il che pienamente credo quanto alle cose che appartengono all’estrinseco; se con ciò non fanno alcuna violenza alla lingua, nel che credo assai ma assai meno di quel che si dice; se insomma la lingua tedesca quanto alle qualità sopra discusse è tale quale si ragiona, nel che non so che mi credere, la lingua tedesca come applicata assai tardi alla letteratura, e come appunto vastissima e immensamente varia, sí per l’antichità della sua origine, sí per la moltitudine degl’individui, e diversità de’ popoli che la parlano, non è ancora né perfetta, né formata e sufficientemente (2860) determinata; ch’ella è ancor troppo molle per troppa freschezza; ch’ella col tempo e forse presto (per l’immenso ardore, attività e infaticabilità letteraria di quella nazione) acquisterà quella sodezza e certezza che conviene a ciascuna lingua, e quella particolar forma e determinato e stabil carattere e proprietà, e quel genere di perfezione che conviene a lei, con quel tanto di unità caratteristica ch’é inseparabile dalla perfezione di qualunque lingua, siccome