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[p. 365 modifica] catene che ve la tirino quando deve entrarvi. E quando v’entra, la cosa è insensibile e l’uomo certamente non se ne avvede: cosí la sua uscita dev’essere insensibile e tutta diversa dalla nostra maniera di concepire. Come l’uomo non s’accorge né sente il principio della sua esistenza, cosí non sente né s’accorge del fine, né v’é istante determinato per la prima conoscenza e sentimento di quello né di questo. Vedi p. 290. [p. 366 modifica]*   Qualunque uomo nuovo tu veda, purch’egli viva nel mondo, tu sei certo di non errare, tenendolo subito per un malvagio, qualunque sia la sua fisonomia, le maniere, il portamento, le parole, le azioni ec. E chi vuol mettersi al sicuro deve subito giudicarlo per tale, e appresso a poco non troverà mai di avere sbagliato veramente, non ostante che tutte le apparenze gli possano dimostrare il contrario per lunghissimo tempo. Nello stesso modo e per la stessa ragione è pur troppo acerbissima oggidí la condizione dell’uomo da bene che si unisce in matrimonio. Perché s’egli non intende di portare e far sempre vivere i suoi figli nelle selve, deve tenere per indubitatissimo