[p. 365 modifica] estinzione della forza vitale, in qualunque cosa consista, certo facilissima a spegnersi. Ma considerandola come spirituale, è ella forse un membro del corpo, che s’abbia a staccare e perciò con gran dolore? O non piuttosto i legami tra lo spirito e la materia, qualunque sieno, certo non sono materiali, e l’anima non si svelle come un membro, ma parte naturalmente quando non può piú rimanere, nello stesso modo che una fiamma si estingue e parte da quel corpo dove non trova piú alimento; nel che, per dire un’immagine, noi non vediamo né ci figuriamo neanche astrattamente nessuna violenza e nessun dolore sia nel combustibile sia nella fiamma. La morte nell’ipotesi della spiritualità dell’anima non è una cosa positiva, ma negativa, non una forza che la stacchi dal corpo, ma un impedimento che le vieta di piú rimanervi; posto il quale impedimento, l’anima parte da se, perché manca il come abitare nel corpo, non perché una forza violenta ne la sradichi e rapisca. Giacché, se l’anima è spirito, non bisogna considerarla come parte del corpo, ma come ospite di esso corpo e tale che l’entrata e l’uscita sua sia facilissima, leggerissima e dolcissima, non essendoci mica nervi né membrane né ec. che ve la tengano attaccata, o