Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2786

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[p. 431 modifica] e della origine e derivazione di apto o ἆπτω, le quali si troverebbero intere nella lingua latina e per nulla nel greco; oltre al tema apo conservato nel latino e perduto nel greco (13-14 giugno 1823).


*   Alla p. 2776. La voce ἁρπυῖαι properispómena può benissimo essere un antico participio di un verbo ἆρπω (vedi la p. 2826, margine), come εἰκυῖα di εἴκω, εἰδυῖα di εἴδω per sincope di ειδηκυῖα, da εἷδα sincope di [p. 432 modifica]εἴδηκα.1 Non così di ἁρπάω al quale non può in nessun modo appartenere. Che se i grammatici fanno questa voce ἁρπυῖαι proparossítona, scrivendo ἅρπυιαι: 1°, Non tutti cosí fanno, e vedi Schrevel e Forcellini in Harpyiae: 2°, Può ben essere che questa voce sia proparossítona ne’due luoghi dell’Odissea, e in quello della Teogonia (verso 267) ne’quali è usurpata per antonomasia, come vuole il Visconti che sia nell’Odissea, o per nome appellativo, come è nella Teogonia: perciocché perduta la sua forma e significazione di participio, e ridotta a sostantivo

Note

  1. Altri vogliono, ed è verisimile, che εἰδώς, ἑστώς, βεβώς ec. sieno participii preteriti perfetti medii. Vedi p. 2975 e la Scapula in Μέλει.