Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2785

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[p. 431 modifica] a questa formazione secondo la regola ordinaria de’ continuativi latini, la qual regola nella nostra supposizione sarebbe provenuta dalla lingua madre.

Laddove nella lingua greca il verbo στάω, per ragione grammaticale e per origine considerata dentro i termini d'essa lingua, non ha che far niente con εἰμί, ed è un tema intieramente distinto. Il tema στάω non si trova nel greco, ma ἵστημι, ἱστάνω, ἑστήκω, e tali alterazioni. Ma in latino il tema sto si trova, non pur semplice, anche ne’ composti adsto ec. ec. chiaro e puro. E il verbo sto si può dir quasi regolare, se non fosse il duplicamento nel perfetto steti, usitato però in molti altri verbi ancora, come in do monosillabo, di coniugazione affatto simile a sto ec. 3°, Perché il medesimo sto e per forma e per significato si riconoscerebbe in latino per derivato espressamente da sum, come abbiamo supposto ch’ei fosse nella lingua madre: laddove in greco, né per forma né per significato, avrebbe che far nulla con εἰμί. Insomma, tutta la ragione grammaticale e dei continuativi in generale, e in particolare del verbo sto considerato come continuativo e derivativo di sum, la qual ragione abbiamo supposto che fosse nella lingua madre, sussisterebbe piena e perfetta nella lingua latina; laddove nella greca sarebbe intieramente perduta. Cosí discorrete della ragione grammaticale,