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(2784-2785-2786) | pensieri | 431 |
continuativo formato da sum: e perché esso sum si presterebbe (2785) a questa formazione secondo la regola ordinaria de’ continuativi latini, la qual regola nella nostra supposizione sarebbe provenuta dalla lingua madre.
Laddove nella lingua greca il verbo στάω, per ragione grammaticale e per origine considerata dentro i termini d'essa lingua, non ha che far niente con εἰμί, ed è un tema intieramente distinto. Il tema στάω non si trova nel greco, ma ἵστημι, ἱστάνω, ἑστήκω, e tali alterazioni. Ma in latino il tema sto si trova, non pur semplice, anche ne’ composti adsto ec. ec. chiaro e puro. E il verbo sto si può dir quasi regolare, se non fosse il duplicamento nel perfetto steti, usitato però in molti altri verbi ancora, come in do monosillabo, di coniugazione affatto simile a sto ec. 3°, Perché il medesimo sto e per forma e per significato si riconoscerebbe in latino per derivato espressamente da sum, come abbiamo supposto ch’ei fosse nella lingua madre: laddove in greco, né per forma né per significato, avrebbe che far nulla con εἰμί. Insomma, tutta la ragione grammaticale e dei continuativi in generale, e in particolare del verbo sto considerato come continuativo e derivativo di sum, la qual ragione abbiamo supposto che fosse nella lingua madre, sussisterebbe piena e perfetta nella lingua latina; laddove nella greca sarebbe intieramente perduta. Cosí discorrete della ragione grammaticale, (2786) e della origine e derivazione di apto o ἆπτω, le quali si troverebbero intere nella lingua latina e per nulla nel greco; oltre al tema apo conservato nel latino e perduto nel greco (13-14 giugno 1823).
* Alla p. 2776. La voce ἁρπυῖαι properispómena può benissimo essere un antico participio di un verbo ἆρπω (vedi la p. 2826, margine), come εἰκυῖα di εἴκω, εἰδυῖα di εἴδω per sincope di ειδηκυῖα, da εἷδα sincope di