<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/275&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20130712192024</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/275&oldid=-20130712192024
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 275 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 360modifica] tirannia giova loro: 1°, perché il tiranno ama e procura che il popolo si diverta, o pensi, quando non si possa impedire, invece che operi; 2°, perché l’inoperosità del suddito lo conduce naturalmente alla vita del pensiero, mancando quella dell’azione; 3°, perché l’uomo snervato e ammollito è piú capace e piú voglioso o di pensare o di spassarsi coll’amenità ec. degli studi eleganti che di operare; 4°, perché il peso, la infelicità, la monotonia, il sombre della tirannia fomenta e introduce la riflessione, la profondità del pensare, la sensibilità, lo scriver malinconico, l’eloquenza non piú viva ed energica, ma lugubre, profonda, filosofica ec.; 5°, perché la mancanza delle vive e grandi illusioni, spegnendo l’immaginazione lieta, aerea, brillante e insomma naturale come l’antica, introduce la considerazione del [p. 361modifica]vero, la cognizione della realtà delle cose, la meditazione ec. e dà anche luogo all’immaginazione tetra, astratta, metafisica e derivante piú dalle verità, dalla filosofia, dalla ragione, che dalla natura e dalle vaghe idee proprie naturalmente della immaginazione primitiva. Come è quella de’ settentrionali, massime oggidí, fra’ quali la poca vita della natura dà luogo all’immaginativa fondata sul pensiero,