Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2668

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[p. 364 modifica] domandano per non disdire (2 febbraio 1823).


*   Chi mi chiedesse quanto e fino a qual segno la filosofia si debba brigare delle cose umane e del regolamento [p. 365 modifica]dello spirito, delle passioni, delle opinioni, de’ costumi, della vita umana; risponderei tanto e fino a quel punto che i governi si debbono brigare dell’industria e del commercio nazionale a voler che questi fioriscano, vale a dire non brigarsene né punto né poco. E sotto questo aspetto la filosofia è veramente e pienamente paragonabile alla scienza dell’economia pubblica. La perfezione della quale consiste nel conoscere che bisogna lasciar fare alla natura, che quanto il commercio (interno ed esterno) e l’industria è piú libera, tanto piú prospera e tanto meglio camminano gli affari della nazione; che quanto piú è regolata tanto piú decade e vien meno; che insomma essa scienza è inutile, poiché il suo meglio è fare che le cose vadano come s’ella non esistesse e come anderebbero da per tutto dov’ella e i governi non s’intrigassero del commercio e dell’industria; e la sua perfezione è