Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2630

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[p. 344 modifica] assolutamente considerata sia disposta indifferentemente a sentire ogni [p. 345 modifica]sorta di sensazioni, in sostanza però non viene a esser altro che una maggior capacità di dolore. Quindi è che necessariamente l’uomo sensibile, sentendo piú vivamente degli altri, e quel che l’uomo può vivamente sentire in sua vita non essendo altro che dolore, dev’esser piú infelice degli altri. Egli piú capace d’infelicità, e questa capacità non può mancar d’esser empiuta nell’uomo (5 ottobre 1822).


*   Ho detto altrove che il timore è la piú egoistica delle passioni. Quindi ciò ch’é stato osservato, che in tempo di pesti o di pubblici infortunii, dove ciascun teme per se medesimo, i pericoli e le morti de’ nostri piú cari non ci producono alcuno o quasi alcun sentimento (5 ottobre 1822).


*   Ho detto che gli scrittori greci hanno ciascuno un vocabolarietto a parte, dal quale