Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2566

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*   È egli possibile che nella morte v’abbia niente di vivo? anzi ch’ ella sia un non so che di vivo per natura sua? come dunque credere che la morte rechi, e sia essa stessa, e non possa non recare un dolor [p. 310 modifica]vivissimo? Quando tutti i sentimenti vitali e soli capaci del dolore o del piacere sono non solamente intorpiditi, come nel sonno o nell’asfissia ec (ne’ quali casi ancora le punture, i bottoni di fuoco ec., o non danno dolore o ne danno meno dell’ordinario, in proporzione dell’intorpidimento, della gravezza, per esempio, del sonno, ch’é minore o maggiore, com’é somma nell’ubbriaco),ma anzi il meno vitali, il meno suscettibili e vivi che si possa mai pensare, essendo quello il punto in cui si spengono per sempre, e lasciano d’esser sentimenti. Il punto in cui la capacità di sentir dolore s’estingue interamente ha da esser un punto di sommo dolore? Anzi non può esser nemmeno di dolore comunque, non potendosi concepir