Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2460

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[p. 254 modifica] stesso tempo, le quali occupavano tutta l’attenzione di quei primi formatori delle moderne favelle. Uomini che ad una materia putrida, giacché tutte erano barbarissime corruzioni, aveano a dar vita e splendore.


    Quindi l’ortografia italiana del trecento, anche quella dei primi letterati, era tutta barbaramente latina. Si può vedere il manoscritto della Divina Commedia fatto di pugno del Boccaccio e del Petrarca, e pubblicato quest’anno o il passato da una biblioteca di Roma. Quindi, conservato l’h che niun italiano pronunziava piú se non colla g e c; quindi l’y, lettera inutile, avendo perduta la sua antica pronunzia di u gallico; quindi il k ec. ec. E siccome per lunghissimo tempo, anche dopo stabilita la nostra letteratura, si durò a credere che il volgare non fosse capace di scrittura e d’uso piú che tanto nobile e importante (e per molto tempo realmente non lo fu, perché non v’era applicata): cosí, fino al cinquecento, e massimamente fino a tutta la sua prima metà,