Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2381
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | 2380 | 2382 | ► |
E generalmente la memoria va sempre in ragion diretta dell’attenzione posta non già alla ricordanza, ma a ciò ch’é il soggetto della ricordanza (1 febbraio 1822).
* Giovanette di quindici o poco piú anni che non hanno ancora incominciato a vivere né sanno che sia vita, si chiudono in un monastero, professano un metodo, una regola di esistenza, il cui unico scopo diretto e immediato si è d’impedire la vita. E questo è ciò che si procaccia con tutti i mezzi. Clausura strettissima, fenestre disposte in modo che non se ne possa vedere persona, a costo della perdita dell’aria e della luce, che sono le sostanze piú vitali all’uomo, e che servono anche, e sono necessarie alla comodità giornaliera delle sue azioni, e di cui gode liberamente tutta la natura, tutti gli animali, le piante, e i sassi. Macerazioni, perdite di sonno, digiuni, silenzio: tutte cose che unite insieme nocciono alla salute, cioè al ben essere, cioè alla perfezione dell’esistenza, cioè sono contrarie alla vita. Oltreché escludendo assolutamente l’attività, escludono la vita, poiché il moto e l’attività è ciò che distingue il vivo dal morto: e la vita consiste nell’azione, laddove lo scopo diretto della vita monastica anacoretica ec. è l’inazione, e il guardarsi dal fare, l’impedirsi di fare. Cosí che la monaca o il monaco