<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2290&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20150904144817</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2290&oldid=-20150904144817
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2290 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 150modifica] é ancora bastantemente o pienamente formata; perch’ella stessa non è definita, è capace di locuzioni indefinite, anzi, volendo, non potrebbe mancarne. Cosí accade in qualunque lingua, né solo nelle locuzioni, ma nelle parole. La vaghezza [p. 151modifica]di queste va in ragion diretta della poca formazione, uniformità, unità ec. della lingua, e questa della letteratura e conversazione, e queste della nazione. Ho notato altrove come la letteratura tedesca, non avendo alcuna unità, non abbia forma, giacché, per confessione dei conoscitori, il di lei carattere è appunto il non aver carattere. Non si può dunque dir nulla circa le facoltà del tedesco, che non può esser formato né definito, non essendo tale la letteratura (per vastissima ch’ella sia e fosse anche il decuplo di quel che è) e mancando affatto la conversazione. Quindi anche le loro parole e frasi denno per necessità avere, come hanno, moltissimo d’indefinito