Pagina:Zibaldone di pensieri IV.djvu/163

(2290-2291-2292) pensieri 151

di queste va in ragion diretta della poca formazione, uniformità, unità ec. della lingua, e questa della letteratura e conversazione, e queste della nazione. Ho notato altrove come la letteratura tedesca, non avendo alcuna unità, non abbia forma, giacché, per confessione dei conoscitori, il di lei carattere è appunto il non aver carattere. Non si può dunque dir nulla circa le facoltà del tedesco, che non può esser formato né definito, non essendo tale la letteratura (per vastissima ch’ella sia e fosse anche il decuplo di quel che è) e mancando affatto la conversazione. Quindi anche le loro parole e frasi denno per necessità avere, come hanno, moltissimo d’indefinito  (2291) (26 dicembre 1821).


*    Alla p. 2138, margine. Odoratus, che significa odoroso, ed è aggettivo nell’uso, che altro è in origine fuorché un participio? E beatus? Vedi ciò che ho detto di vastus. Fare de’ participii in us tanti aggettivi, è cosí frequente nel latino quant’altra cosa mai. Gli usavano ancora comparativamente e superlativamente come beatior, beatissimus, cumulatior, cumulatissimus; cosa propria degli aggettivi: nondimeno l’usavano di fare anche a veri participii, anche a quelli del presente attivo, come amantior, amantissimus: i quali però in tal forma pigliavano la natura di aggettivi (26 dicembre 1821). Similmente densus, onde densare, non fu forse che un participio, come prehensus, mensus, intensus per intentus (cosí forse densus per dentus; vedi il Forcellini) ec.


*    Alla p. 2277, sul principio. Vedi il pensiero precedente sulla voce odoratus, vero participio (in origine) di odorare, cioè spargere odore, o di odore (vedi Forcellini); participio usato attivamente, perciocché significa quello che sparge odore, cioè odorifero (26 dicembre 1821). (2292)