<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2286&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20150904144802</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2286&oldid=-20150904144802
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2286 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 148modifica] derivati dai frequentativi, anzi veri [p. 149modifica]frequentativi, non solo per significazione, ma anche per formazione ed origine grammaticale, non lo contrasterei piú che tanto: benché mi paia naturalissima e piú verosimile quell’altra ragione ch’io adduco di tale uso de’ continuativi, cioè le solite metamorfosi che nelle parole, frasi, forme, formazioni, significati ec. produce inevitabilmente il tempo e il vario uso de’ vari generi di scrittori e parlatori. Chi può dubitare che le desinenze in ulus e altre tali non fossero espressamente diminutive e che i nomi o verbi ec. cosí formati, originariamente e propriamente non significassero diminuzione di quella cosa o azione, ch’era significata dal verbo o nome positivo? E nondimeno vedi la p. 2281; dove ho dimostrato come questi diminutivi sí nell’antico ottimo latino scritto, sí nel volgare, sí nelle lingue sue figlie, sieno passati spessissimo a significazione positiva, divenuta