Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2215

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[p. 110 modifica] per la sua parte, massime di quelle ad essa piú analoghe; lo dico dell’italiana, massime in ordine alla facoltà immaginativa e concettiva del bello, del nobile, del grazioso ec., la qual facoltà da nessuna moderna lingua può tanto essere aiutata come dall’italiana, avendola ben conosciuta e familiare o materna o no ch’ella ci sia (3 dicembre, dí di san Francesco Saverio, 1821).


*    Virtú presso i latini era sinonimo di valore, fortezza d’animo, e anche s’applicava in senso di forza alle cose non umane, o inanimate, come virtus Bacchi, cioè del vino, virtus virium, ferri, herbarum. Vedi onninamente il Forcellini. Anche noi diciamo virtú per potenza, virtú del fuoco, dell’acqua, de’ medicamenti ec. Vedi la Crusca. Virtú insomma presso i latini non era propriamente altro che fortitudo, applicata particolarmente all’uomo, da vir. E anche dopo il grand’uso