<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2137&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20141207183701</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2137&oldid=-20141207183701
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2137 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 70modifica] originario apere, del quale non si trova piú fatto uso in nessuno scrittore latino, per antichissimo che sia, questo significato, dico, cosí decisamente e singolarmente antico e primitivo, comparisca [p. 71modifica]in uno scrittore di bassa latinità qual è Ammiano (vedi il Forcellini in aptatus, fine), e si veda poi tuttora vivo, fiorente, preciso e assolutamente proprio in una lingua nata dalla corruzione della latina, cioè la spagnuola, nel verbo atar (da aptare, come escritura da scriptura ec.), cioè legare, e desatar, cioè sciogliere. Significato appunto proprio del greco ἅπτω. Vedi il Forcellini in aptus, in apte, in apo, in apex ed anche nell’ultimo esempio di adaptatus. Ho cercato l’appendice e il glossario in tutti questi luoghi e in atare, attare ec., ma non hanno nulla. Vedi anche il Forcellini in coapt-, dove nulla il glossario né l’appendice. Chi avesse qualche dubbio intorno a quelle testimonianze de’ grammatici su cui si fonda