<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2133&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20141127120950</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2133&oldid=-20141127120950
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2133 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 68modifica] da una stessa qualità dell’animo, diversamente applicata [p. 69modifica]e diversamente modificata e determinata da diverse circostanze e abitudini, vennero i poemi di Omero e di Dante e i principii matematici della filosofia naturale di Newton. Semplicissimo è il sistema e l’ordine della macchina umana in natura, pochissime le molle e gli ordigni di essa e i principii che la compongono, ma noi, discorrendo degli effetti che sono infiniti e infinitamente variabili secondo le circostanze, le assuefazioni e gli accidenti, moltiplichiamo gli elementi, le parti, le forze del nostro sistema e dividiamo e distinguiamo e suddividiamo delle facoltà, dei principii, che sono realmente unici e indivisibili, benché producano e possano sempre produrre non solo nuovi, non solo diversi, ma dirittamente contrarii effetti. L’immaginazione pertanto è la sorgente della ragione come del sentimento, delle