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*   Le grazie della lingua sono piú che mai relative a quelle persone che la intendono perfettamente ec., e non mai assolute. Cosí le grazie attiche, toscane ec., forse piú graziose per gli altri italiani che per gli stessi toscani, a cagione di una certa sorpresa ec., ma poco o nulla agli stranieri.


*   Oggidí è cosa molto ordinaria che un uomo veramente singolare e grande si distingua al di fuori per un volto o un occhio assai vivo, ma del resto per un corpo esilissimo e sparutissimo e anche difettoso. Pope, Canova, Voltaire, Descartes, Pascal. Tant’è: la grandezza appartenente all’ingegno non si può ottenere oggidí senza una continua azione logoratrice dell’anima sopra il corpo, della lama sopra il fodero. Non cosí anticamente, dove il genio e la grandezza era piú naturale e spontanea e con meno ostacoli a svilupparsi, oltre la minor forza della distruttrice cognizione del vero, inseparabile oggidí dai grandi talenti, e il maggior esercizio del corpo riputato cosa [p. 310 modifica]nobile e necessaria, e come tale usato anche dalle persone di gran genio, come Socrate ec. E Chilone, uno de’ sette savi, non credeva alieno dalla sapienza il consigliare, come faceva, εὖ τὸ σῶμα ἀσκεῖν (Laerzio), e questo consiglio si trova registrato fra i documenti della sua sapienza. In particolare poi quanto alla politica oggidí l’uomo di stato si può dir che sia come l’uomo di lettere, sempre occupato alle insaluberrime fatiche del gabinetto. Ma nelle antiche repubbliche chi aspirava agli affari civili, nella sua giovanezza fortificava necessariamente il corpo cogli esercizi, la milizia ec., senza i quali sarebbe stato quasi infame; e lo stesso esercizio della politica era pieno di azione corporale, trattandosi di agire col popolo, clienti, impegni ec. ec. Cosí anche la vita di qualunque altro uomo di genio era sempre piena di azione nell’esercizio stesso delle sue facoltà.