Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1994

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[p. 481 modifica] si scriveva in quella piuttosto che nella nostra, stimandola piú bella e migliore ec. Vedi Perticari, Del Trecento, p. 14-15. Ma la buona fortuna dell’Italia volle che nel trecento, cioè prima assai che in nessun’altra nazione, sorgessero in essa tre grandi scrittori, giudicati grandi anche poscia, indipendentemente dall’età in cui vissero, i quali applicarono la nostra lingua alla letteratura, togliendola dalle bocche della plebe, le diedero stabilità, regole, andamento, indole, tutte le modificazioni necessarie per farne una lingua non del tutto formata, ch’era impossibile a tre soli, ma pur tale che già bastasse ad esser grande scrittore adoperandola; la modellarono sulla già esistente letteratura latina ec. Questa circostanza, indipendente affatto dalla natura della lingua italiana, ha fatto e dovuto far sí che l’epoca di essa lingua si pigli necessariamente