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[p. 279 modifica] piccoli fini e i piccoli disegni sulle occupazioni avvenire o sulle speranze di un esito generale lontano e desiderato, bastano a riempierlo e a trattenerlo nel tempo del suo riposo, il quale non è troppo lungo, perché sottentri la noia; oltre che il riposo dalla fatica è un piacere per se. Questa dovea esser la vita dell’uomo, ed era quella dei primitivi, ed è quella dei selvaggi, degli agricoltori ec.; e gli animali non per altra cagione, se non per questa principalmente, vivono felici. Ed osservate come lo spettacolo della vita occupata, laboriosa e domestica, sembri anche oggidí, a chi vive nel mondo, lo spettacolo della felicità, anche per la mancanza dei dolori, e delle cure e afflizioni reali. -3°, Il maraviglioso, lo straordinario è piacevole, quantunque la sua qualità particolare non appartenga a nessuna classe delle cose piacevoli. L’anima prova sempre piacere quando è piena, purché non sia di dolore, e la distrazione viva ed intera è un piacere rispetto a lei assolutamente, come il riposo dalla fatica è piacere, perché una tal distrazione è riposo dal desiderio. E come è piacevole lo stupore cagionato dall’oppio (anche relativamente alla dimenticanza dei mali positivi), cosí quello cagionato dalla maraviglia, dalla novità e dalla singolarità. Quando anche la maraviglia non sia tanta che riempia l’anima, se non altro l’occupa sempre fortemente, [p. 280 modifica]ed è piacevole per questa parte. Notate che la natura aveva voluto che la maraviglia, 1°, fosse cosa ordinarissima all’uomo; 2°, fosse spessissimo intera, cioè capace di riempier tutta l’anima. Cosí accade ne’ fanciulli e accadeva ne’ primitivi, e ora negl’ignoranti, ma non può accadere senza l’ignoranza, e l’ignoranza d’oggi non può mai esser come quella dell’uomo che non vive in società, perché vivendo in società