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pensieri |
(173-174-175) |
mente, ed è piacevole per questa parte. Notate che la natura aveva voluto che la maraviglia, 1°, fosse cosa ordinarissima all’uomo; 2°, fosse spessissimo intera, cioè capace di riempier tutta l’anima. Cosí accade ne’ fanciulli e accadeva ne’ primitivi, e ora negl’ignoranti, ma non può accadere senza l’ignoranza, e l’ignoranza d’oggi non può mai esser come quella dell’uomo che non vive in società, perché vivendo in società (174) l’esperienza de’ passati e de’ presenti l’istruisce, piú o meno, ma sempre l’istruisce, e la novità diventa rara. -4°, Anche l’immagine del dolore e delle cose terribili ec. è piacevole, come ne’ drammi e poesie d’ogni sorta, spettacoli ec. Purché l’uomo non tema o non si dolga per se, la forza della distrazione gli è sempre piacevole. Non è bisogno che quelle immagini siano di cose straordinarie: in questo caso cadrebbero sotto la categoria precedente. Ma la semplice immagine del dolore ec. è sufficiente a riempier l’animo e distrarlo. -5°, La grandezza di ogni qualsivoglia genere (eccetto del proprio male) è piacevole. Naturalmente il grande occupa piú spazio del piccolo, salvo se la piccolezza è straordinaria, nel qual caso occupa piú della grandezza ordinaria. Questo ch’io dico della grandezza è un effetto materiale derivante dalla inclinazione dell’uomo al piacere e non dalla inclinazione alla grandezza. Si potrebbe forse dir lo stesso del sublime, il quale è cosa diversa dal bello, ch’é piacevole all’uomo per se stesso. In somma la noia non è altro che una mancanza del piacere, che è l’elemento della nostra esistenza, e di cosa che ci distragga dal desiderarlo. Se non fosse la tendenza imperiosa dell’uomo al piacere sotto qualunque forma, la noia, quest’affezione tanto comune, tanto frequente e tanto abborrita, non esisterebbe. E infatti per che motivo l’uomo dovrebbe sentirsi male, quando non ha male nessuno? Poniamo un uomo isolato, senza nessuna occupazione spirituale o corporale e senza nessuna cura o afflizione o dolor positivo, o annoiato (175)