[p. 326 modifica] non solo non è chimerico, bizzarro, capriccioso, arbitrario, fantastico, ma tale che fa meraviglia come un antico sia potuto giungere all’ultimo fondo dell’astrazione, e vedere sin dove necessariamente conduceva la nostra opinione intorno all’essenza delle cose e nostra, alla natura astratta del bello e brutto, buono e cattivo, vero e falso. Platone scoprí, quello ch’é infatti, che la nostra opinione intorno alle cose, che le tiene indubitabilmente per assolute, che riguarda come assolute le affermazioni e negazioni, non poteva né potrà mai salvarsi se non supponendo delle immagini e delle ragioni di tutto ciò ch’esiste, eterne, necessarie ec. e indipendenti dallo stesso Dio, perché altrimenti: 1o, si dovrà cercare la ragione di Dio, il quale se il bello il buono il vero ec. non è assoluto né necessario, non avrà nessuna ragione di essere, né di esser tale o tale; 2o, posto pur che l’avesse, tutto ciò che noi crediamo assoluto e necessario non avrebbe altra ragione che il voler di Dio;