Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1659

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*   Alla p. 1284, margine-fine. Da simili ragioni nacque senza fallo la gran differenza che si scorge fra la scrittura e la pronunzia delle lingue francese, inglese ec. Differenza, chiamo io, quando le lettere scritte si pronunziano tutto giorno diversamente dal valore che è loro assegnato nel rispettivo alfabeto di ciascuna lingua (empire si pronunzia ampire. La e nell’alfabeto francese è a o e? Perché dunque scrivete e dovendo pronunziare a?); quando si scrivono lettere che non si pronunziano (come in Wieland); quando altre si omettono che si denno pronunziare. Questa differenza è imperfezione somma nella scrittura di tali lingue. L’italiana e la spagnuola sono in ciò le piú perfette fra le moderne, forse perché furono coltivate prima delle altre e passarono in mano delle persone istruite, quando erano ancor molli e prima che il modo di scriverle fosse già determinato dall’uso quotidiano degl’ignoranti e negligenti. L’ortografia italiana era molto imperfetta, com’é naturale, ne’ trecentisti e nello stesso Dante, Petrarca ec. Vedi Perticari. Del resto era ben naturale che le lingue moderne nate dalla corruzione e dall’ignoranza, e in tempi d’ignoranza, non si sapessero scrivere; non si trovassero né sapessero applicare i segni;