Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1660

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[p. 294 modifica] si confondessero i suoni e i segni antichi co’ moderni; si seguitasse il costume di scrivere le parole in quel tal modo come si scrivevano anticamente, benché la pronunzia fosse cambiata e la forma di esse ec.; si pigliasse in prestanza [p. 295 modifica]l’ortografia degli antichi ne’ luoghi e ne’ casi alquanto dubbi ec. (come notano infatti degl’italiani, che, non essendo ben formata l’ortografia nostra massime nel quattrocento e ne’ principii del cinquecento, si serviano della latina e scrivevano, per esempio, et pronunziando e, vulgare, letitia ec. ec.; cosí mi pare che osservi il Salviati); e tutto ciò producesse le imperfezioni che si trovano nelle ortografie straniere (9 settembre 1821). Vedi p. 1945 e 2458.


*   Quanto l’uomo sia solito a giudicar di tutto assolutamente, e quanto perciò s’inganni, vediamolo in cose ordinarie. Il giovane deride, accusa, non concepisce, condanna i gusti, i pareri, i costumi, i desiderii ec. del vecchio, e viceversa. Tutti due s’ingannano, e nel fatto loro hanno piena ragione. Cosí dico di chi è appassionato e di chi non lo è; di chi si trova in un tal caso e di chi non vi si trova. S’io fossi ne’ suoi panni farei certo o non farei cosí: non comprendo come