Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
294 | pensieri | (1658-1659-1660) |
* L’assioma de' leibniziani (se non erro) nihil in natura fieri per saltum, quella graduazione continua con cui la natura assuefà le cose a diversissimi stati e nasconde il passaggio dall’inverno all’estate ec. ec. ec., del che parla Senofonte, tutto ciò non dimostra egli che tutta la natura è un sistema di assuefazione? La gradazione importa l’assuefazione, e viceversa (9 settembre 1821). (1659)
* Alla p. 1284, margine-fine. Da simili ragioni nacque senza fallo la gran differenza che si scorge fra la scrittura e la pronunzia delle lingue francese, inglese ec. Differenza, chiamo io, quando le lettere scritte si pronunziano tutto giorno diversamente dal valore che è loro assegnato nel rispettivo alfabeto di ciascuna lingua (empire si pronunzia ampire. La e nell’alfabeto francese è a o e? Perché dunque scrivete e dovendo pronunziare a?); quando si scrivono lettere che non si pronunziano (come in Wieland); quando altre si omettono che si denno pronunziare. Questa differenza è imperfezione somma nella scrittura di tali lingue. L’italiana e la spagnuola sono in ciò le piú perfette fra le moderne, forse perché furono coltivate prima delle altre e passarono in mano delle persone istruite, quando erano ancor molli e prima che il modo di scriverle fosse già determinato dall’uso quotidiano degl’ignoranti e negligenti. L’ortografia italiana era molto imperfetta, com’é naturale, ne’ trecentisti e nello stesso Dante, Petrarca ec. Vedi Perticari. Del resto era ben naturale che le lingue moderne nate dalla corruzione e dall’ignoranza, e in tempi d’ignoranza, non si sapessero scrivere; non si trovassero né sapessero applicare i segni; (1660) si confondessero i suoni e i segni antichi co’ moderni; si seguitasse il costume di scrivere le parole in quel tal modo come si scrivevano anticamente, benché la pronunzia fosse cambiata e la forma di esse ec.; si pigliasse in pre-