<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1550&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20141003154647</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1550&oldid=-20141003154647
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 1550 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 226modifica] delle cose umane. L’uomo disingannato non ha piú cuore, perché i sentimenti ancorché destati da tutt’altro, hanno sempre relazione o vicina o lontana co’ nostri simili. E come può l’uomo riscaldarsi per cose di cui conosce o la perversità o la total vanità? Sparito dagli occhi umani quel mondo umano dove solo si poteva esercitare il suo cuore, sparita l’idea della [p. 227modifica]virtú dell’eroismo ec. ec. ec., il sentimento è distrutto. L’odio o la noia non sono affetti fecondi; poca eloquenza somministrano e poco o niente poetica. Ma la natura e le cose inanimate sono sempre le stesse. Non parlano all’uomo come prima: la scienza e l’esperienza coprono la loro voce: ma pur nella solitudine, in mezzo alle delizie della campagna, l’uomo stanco del mondo dopo un certo tempo può tornare in relazione con loro, benché assai meno stretta e costante e sicura; può tornare in qualche modo fanciullo e rientrare in amicizia con esseri che non l’hanno offeso, che non hanno altra colpa se non di essere stati esaminati e sviscerati troppo minutamente, e che anche secondo la scienza hanno pur delle intenzioni e de’ fini benefici verso lui. Ecco un certo