[p. 206 modifica] nessuna, dopo il risorgimento della civiltà, l’ebbe piú stabilmente della francese. L’ebbero però anche altre, come l’Italia e la Spagna (e l’Inghilterra ultimamente), ma per cagioni meno efficaci o salde, e però fu meno durevole. Ma in proporzione della sua forza fu sempre ugualmente compagna dell’influenza sulle lingue. Ne’ passati secoli però queste due influenze non potevano esser grandissime; 1o, pel minor grado e strettezza di relazioni scambievoli in cui erano le nazioni; 2o, per la minor suscettibilità che queste avevano a perdere piú che tanto del loro carattere e ricevere l’impronta straniera e conservarla piú che tanto tempo ec. E ne avevan poca, perché appunto non vi erano avvezze; e come è necessaria l’assuefazione particolare a far che tal nazione pigli tal carattere straniero; cosí è necessarissima l’assuefazione e disposizione generale a far ch’ella possa ricevere profondamente e conservare radicatamente un nuovo carattere. Giacché tutto è assuefazione, sí nei popoli come negl’individui. Ma in que’ tempi la civiltà non era ancora in grado sufficiente a vincere