<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1498&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20131206181711</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1498&oldid=-20131206181711
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 1498 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 195modifica] similissime in questo che ambedue dipendono sommamente dall'arte, e da un’esatta determinazione ec. nondimeno le differenze fra loro, anche sotto l’aspetto che noi consideriamo, sono grandissime. La lingua francese scarseggia di sinonimia, non tanto per esattezza né per una perfetta conservazione del valor primitivo delle parole, come la latina, quanto per povertà. Una lingua povera sarà sempre esatta, purché la povertà non giunga all’altro estremo, nel quale si trova, per esempio, la lingua ebraica. La differenza de’ tempi e delle cagioni produce la differenza degli effetti. L’arte antica rese propria e sostanzialmente ricca la lingua latina fra tutte le altre. L’arte moderna e matematica, volendo rendere esatta la lingua francese, l’ha resa poverissima. Quindi dalla sua esattezza, e dalla scarsezza [p. 196modifica]de’ suoi sinonimi, non nasce né proprietà, né forza, né varietà, né ricchezza. L’esattezza dello scriver latino li portava a variar espressione secondo le minime varietà del discorso. Non cosí ponno fare i francesi. La parola o la frase che adoprano è certamente quella che offre la loro