<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1489&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20140119191657</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1489&oldid=-20140119191657
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 1489 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 190modifica] La causa, secondo me, o una delle cause di questo che veramente è fenomeno, sta in ciò, che le parole destinate talora a simili, talora anche a diversissimi significati, divengono col tempo sinonime, e laddove da prima, e nelle antiche lingue ch’erano piú vicine all’origine delle parole, esprimevano piú e piú cose o accidenti e modificazioni di cose, oggi esprimono una cosa sola. E cosí la proprietà della lingua latina veramente ammirabile non si può trovare nella italiana sua figlia e nelle altre, che hanno tanto confuso i distintissimi significati delle parole che hanno ereditato da lei. E questo male va sempre e inevitabilmente crescendo, ed è cosa dannosissima alla precisa espression delle idee, e quindi alla precisione e chiarezza delle idee stesse. Colpa non tanto degli uomini, quanto della natura, e del tempo al quale siamo venuti. [p. 191modifica]Veniamo ai rimedi. Voler richiamare le parole ai loro antichi precisi significati e tornarli a distinguere e usarle nel senso antico ec., tuttociò è tanto impossibile e pedantesco, quanto il rimettere in uso le parole e modi antiquati e parlare come parlavano i latini o i nostri primi italiani ec. Quelli che hanno preso cura, scrivendo partitamente dei sinonimi, di precisare