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190 | pensieri | (1488-1489) |
acquistato un abito di precisione ed esattezza, senza paragone maggiore che gli antichi? E pure consideriamo le antiche lingue cólte, e non ci troveremo, com’è naturale, la facoltà di esprimere le cose o gli accidenti ch’essi non conoscevano, e le idee moderne ch’essi non avevano, o quelle parti delle loro stesse idee ch’essi non discernevano, almeno chiaramente; ma quanto a tutto ciò che gli antichi potevano aver da significare o voler significare, quanto a tutte le idee che potevano cadere nel loro discorso, troveremo generalmente parlando nelle lingue antiche cólte una facoltà di esprimersi tanto maggiore che nelle moderne, una onnipotenza, un’aggiustatezza, una capacità di variar l’espressione secondo le minime varietà delle cose da esprimersi e delle congiunture e circostanze del discorso, che forse e senza forse non ha pari in veruna delle piú cólte lingue moderne; ed è perciò che le lingue antiche sono generalmente riconosciute superiori in ricchezza alle moderne.
Or qual è la cagione? Vero è che il tempo abolisce molte parole, ma infinite pur ne introduce. (1489) La causa, secondo me, o una delle cause di questo che veramente è fenomeno, sta in ciò, che le parole destinate talora a simili, talora anche a diversissimi significati, divengono col tempo sinonime, e laddove da prima, e nelle antiche lingue ch’erano piú vicine all’origine delle parole, esprimevano piú e piú cose o accidenti e modificazioni di cose, oggi esprimono una cosa sola. E cosí la proprietà della lingua latina veramente ammirabile non si può trovare nella italiana sua figlia e nelle altre, che hanno tanto confuso i distintissimi significati delle parole che hanno ereditato da lei. E questo male va sempre e inevitabilmente crescendo, ed è cosa dannosissima alla precisa espression delle idee, e quindi alla precisione e chiarezza delle idee stesse. Colpa non tanto degli uomini, quanto della natura, e del tempo al quale siamo venuti.