Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1447
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viventi ec.
Di tali feste nazionali o patriotiche il mondo civile non ne vede piú veruna, di nessunissimo genere, se non talvolta qualche Te Deum ed altre cerimonie per una vittoria del principe: sorta di feste, che, essendo parimente del principe, e poco stendendosi al popolo ec., non meritano di chiamarsi nazionali, quando anche quella vittoria sia veramente utile alla nazione, e non producono quindi mai veruna emulazione, e verun buono effetto, fuorché una vana allegrezza, giacché il popolo non vi prende parte, quando pur ve la prenda, se non come invitato; cioè la stessa parte ch’egli ebbe nell’impresa, e che potrà avere nel frutto di questa, se al principe piacerà.
Restano dunque per sole feste popolari le feste religiose, affatto divise fra noi dal nazionale ed oltracciò poco oramai popolari, perchè, eccetto alcune, le piú si restringono ai soli tempii, massime nelle grandi città, dove i passatempi sono quotidiani e sufficienti per se soli ad occupare.
Pur questa delle feste religiose