Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1373
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questo è fuor del caso e indifferente alla chiarezza della scrittura o dell’espressione propriamente considerata e in se stessa.
Ora io dico, che tolta la detta malafede e tolta l’ignoranza e incapacità di esprimersi, la quale influisce tanto sulle idee chiare di chi scrive o parla, quanto sulle oscure; il veder chiaro, se non altro assai spesso, pregiudica alla chiarezza dell’espressione in luogo di giovarle. Chi non vede chiarissimo, per esempio, un filosofo il quale non sia ancora pienamente assuefatto alla sottigliezza delle idee, purché non abbia la detta mala fede e possieda l’arte dell’espressione, si studia in tutti i modi di rischiarar la materia, non solo al lettore, ma anche a se stesso, e se non ha parlato chiarissimamente, se non ha per ogni parte espresso lo stato delle sue concezioni, non è contento, perch’egli stesso non s’intende e quindi sente bene che non sarà inteso, il che nessuno scrittore precisamente vuole, se non in caso di mala fede o in qualche straordinaria circostanza.