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[p. 243 modifica] verso i suoi competitori, e per isfogarla volle il supremo comando, non ostante che per se stesso non lo bramasse e che dopo sfogata lo deponesse. Perché il piacere della vendetta, e del calpestare i suoi nemici, e vederli intieramente oppressi, domati e annientati, è un piacere, anzi un’ambizione che in molti può piú che quella del comando in genere. E cosí Silla contraddisse ai suoi principii romani e liberali, e diede un esempio fatale alla libertà, per soddisfare a una passione particolare (24 giugno 1820).


*   La poesia malinconica e sentimentale è un respiro dell’anima. L’oppressione del cuore, o venga da qualunque passione, o dallo scoraggiamento della vita e dal sentimento profondo della nullità delle cose, chiudendolo affatto, non lascia luogo a questo respiro. Gli altri generi di poesia molto meno sono compatibili con questo stato. Ed io credo che le continue sventure del Tasso sieno il motivo per cui egli in merito di originalità e d’invenzione restò inferiore agli altri tre sommi poeti italiani, quando il suo animo per sentimenti, affetti, grandezza, tenerezza ec. certamente [p. 244 modifica]gli uguagliava se non li superava, come apparisce dalle sue lettere e da altre prose. Ma quantunque chi non ha provato la sventura non sappia nulla, è certo che l’immaginazione e anche la sensibilità malinconica non ha forza senza un’aura di prosperità e senza un vigor d’animo che non può stare senza un crepuscolo, un raggio, un barlume di allegrezza (24 giugno 1820).


*   Oggidí le menti superiori hanno questa proprietà, che sono facilissime a concepire illusioni e facilissime e prontissime a perderle (parlo anche delle piccole illusioni della