<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1343&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20130827153944</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1343&oldid=-20130827153944
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 1343 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 101modifica] suono affine, alla maniera di tanti altri, che pur si distinguono da’ loro affini con caratteri propri; ma in realtà non è né g, né l, e non contiene precisamente nessuno dei due, ed è una consonante distinta ed unica, quando anche si voglia chiamare composta, come la z, la quale sarebbe male espressa con ts o ds ec. Cosí la f è differente dal p, quantunque sia composta di questo suono e di una aspirazione o soffio, e i greci anticamente l’esprimessero col carattere del p e con quello dell’aspirazione, cioè H. Quel suono che contiene veramente il g e la l è quello della nostra parola inglese o della francese aigle, anzi generalmente del francese gl, ben diverso dal nostro gli. Tuttavia si può lodare l’avere (per maggior semplicità dell’alfabeto) rappresentato questo suono co’ due caratteri del suono de’ quali partecipa; il che dimostra la sottigliezza con cui s’é analizzata la voce articolata, fino a decomporre parecchi suoni che non equivalgono precisamente a verun altro. Questa lode però spetta particolarmente alla lingua italiana, giacché i francesi esprimono il detto suono con due ll, e cosí gli spagnuoli. Carattere insufficiente e male appropriato, e che dimostra minor sottigliezza di analisi. Vedi p. 1345, capoverso 2. Nel [p. 102modifica]qual proposito mi piace di riferire quello che dice M. Beauzée (Encyclopédie méthodique, in H)., parlando di un altro carattere, cioè dell’n. Il semble qu’il auroit été plus raisonnable de supprimer de