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50 pensieri (1272-1273)

rivazioni, inflessioni, composizioni diversissime secondo i casuali accidenti delle formazioni delle lingue, i caratteri, i genii, i climi, le letterature che formarono esse lingue, le opinioni, i costumi, le circostanze diversissime della vita che v’influirono, le cognizioni, le disposizioni della terra, del cielo ec. ec. e modificate e svisate secondo le differenze degli organi nelle diverse nazioni, secondo l’ignoranza de’ parlatori primitivi, la corruzione che inevitabilmente soffrono le parole anche nelle lingue le piú stabilite e perfette; non vi maraviglierete, dico, se tali primitive radici, benché comuni a tutte le lingue, si nascondono per la piú parte agli occhi degli osservatori piú fini, fanno disperare l’etimologista e considerare come un frivolo sogno l’investigazione delle origini delle lingue e lo studio delle etimologie e dell’analogia delle parole di tutte le favelle (intrapresa però a svolgere da parecchi ed ultimamente, secondo che odo, da non so qual francese); insomma la primitiva unità di origine e analogia di tutte le lingue. (Riferite tutte queste osservazioni a quello che altrove ho detto della necessaria varietà delle lingue e vicendevolmente riferite quei pensieri a questi).  (1273)

Malgrado tutto ciò, ella è cosa certissima che tali investigazioni, per quanto elle possono avvicinarsi al vero, sono delle piú utili che mai si possano concepire sí alla storia come alla filosofia. Le origini delle nazioni (oltre ai progressi dello spirito umano e la storia de’ popoli, cose tutte fedelmente rappresentate nelle lingue), le remotissime epoche loro, le loro provenienze, la diffusione del genere umano e la sua distribuzione pel mondo, insomma la storia de’ primi ed oscurissimi incunaboli della società e de’ suoi primi passi, non d’altronde si può maggiormente attingere che dalle etimologie, le quali, rimontando di lingua in lingua fino alle prime origini di una parola, danno le maggiori idee che noi possiamo avere circa