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32 | pensieri | (1247-1248-1249) |
sero state adottate e stabilite dalla letteratura, che le ha fatte e perpetue e nazionali. E cosí la letteratura, e non il popolo, anche riguardo alle voci popolari, viene ad essere la vera e principale sorgente della ricchezza e perfezione di nostra lingua.
3o, Gridino a piacer loro i mezzi filosofi. Ricchezza che importi varietà, bellezza, espressione, efficacia, forza, brio, grazia, facilità, mollezza, naturalezza, non l’avrà mai, non l’ebbe e non l’ha veruna lingua, che non abbia moltissimo, (1248) e non da principio soltanto, ma continuamente approfittato ed attinto al linguaggio popolare, non già scrivendo come il popolo parla, ma riducendo ciò ch’ella prende dal popolo alle forme, alle leggi universali della sua letteratura e della lingua nazionale. La precisione filosofica non ha punto che fare con veruna delle dette qualità; e la ricchezza filosofica e logica, cioè di parole precise ec. e di modi geometrici ec., serve bensí al filosofo, è una ricchezza ed è necessaria, ma non importa veruna delle dette qualità, anzi serve loro di ostacolo e bene spesso, com’é avvenuto al francese, ne spoglia quasi affatto quella lingua che già le possedeva. Tutte le dette qualità sono principalissimamente proprie dell’idioma popolare; e se la lingua italiana scritta si distingue in ordine ad esse qualità fra tutte le altre moderne, se è ricca fra tutte le moderne ed anche le antiche di quella ricchezza che produce e contiene le dette qualità, ciò proviene dall’aver la lingua italiana scritta (forse perché poco ancora applicata alla filosofia e generalmente poco moderna) attinto piú e piú durevolmente che qualunque altra al linguaggio popolare. Le ragioni per cui questo linguaggio, abbia sempre, e massime in un popolo vivacissimo, sensibilissimo e suscettibilissimo, le dette qualità piú (1249) che qualunque altro linguaggio, sono abbastanza manifeste da se. Quella ricchezza proprissima della lingua italiana, e maggiore in lei che