[p. 474 modifica] ch’è brutto e che poi col piú e piú vedere altre persone arriva finalmente a riconoscere per brutto. Qui chiamo in testimonio l’esperienza di tutti gli uomini del mondo, acciò mi dicano quanto l’idea loro circa la bellezza e la bruttezza si sia venuta cambiando secondo l’età, cioè a misura dell’esperienza della loro vista; e come quasi tutti abbiano da fanciulli giudicate belle delle fisonomie, delle persone ec. che in altra età sono loro sembrate brutte, e tali sembravano anche agli altri. Il che deriva; 1°, dalla ragione ora detta; 2°, dalla poca pratica di vedere che ristringeva la facoltà del loro giudizio e l’idea che essi avevano delle proporzioni, limitandola necessariamente e in ogni caso alla sola idea delle proporzioni generali e comuni a tutti gli uomini; 3°, da circostanze affatto estrinseche al bello; per esempio, la nostra balia ci par sempre bella e cosí tutte quelle persone che ci accarezzano da fanciulli ec. ec. Allora il giudizio della bellezza era effetto di queste tali impressioni e non del bello. E si giudicava poi bello a poco a poco quello che somigliava a queste tali fisonomie, sulle quali ci eravamo formata l’idea del bello umano, ancorché fossero bruttissime. E siccome le impressioni della fanciullezza sono vivissime, cosí per effetto loro