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pensieri |
(1191-1192-1193) |
2°, Se un fanciullo ha dintorno a se persone o di forme notabilmente diverse o di forme tutte brutte, e che tutte convengano in una certa specie di bruttezza, l’idea ch’egli si forma della bellezza e della proporzione è incertissima nel primo caso e sta solamente sui generali (cioè su quelle sole proporzioni che sono comuni a tutte le persone che lo circondano); e nel secondo caso egli concepisce espressamente per bello quello (1192) ch’è brutto e che poi col piú e piú vedere altre persone arriva finalmente a riconoscere per brutto. Qui chiamo in testimonio l’esperienza di tutti gli uomini del mondo, acciò mi dicano quanto l’idea loro circa la bellezza e la bruttezza si sia venuta cambiando secondo l’età, cioè a misura dell’esperienza della loro vista; e come quasi tutti abbiano da fanciulli giudicate belle delle fisonomie, delle persone ec. che in altra età sono loro sembrate brutte, e tali sembravano anche agli altri. Il che deriva; 1°, dalla ragione ora detta; 2°, dalla poca pratica di vedere che ristringeva la facoltà del loro giudizio e l’idea che essi avevano delle proporzioni, limitandola necessariamente e in ogni caso alla sola idea delle proporzioni generali e comuni a tutti gli uomini; 3°, da circostanze affatto estrinseche al bello; per esempio, la nostra balia ci par sempre bella e cosí tutte quelle persone che ci accarezzano da fanciulli ec. ec. Allora il giudizio della bellezza era effetto di queste tali impressioni e non del bello. E si giudicava poi bello a poco a poco quello che somigliava a queste tali fisonomie, sulle quali ci eravamo formata l’idea del bello umano, ancorché fossero bruttissime. E siccome le impressioni della fanciullezza sono vivissime, cosí per effetto loro (1193) e delle cosí dette simpatie ed antipatie, che sono uno de’ loro effetti, accade che per lungo tempo, e forse sempre, ci troviamo inclinati a giudicare favorevolmente di persone bruttissime, ma somiglianti a quelle che da