Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1154

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[p. 446 modifica] E quindi s’inferisce che l’antico e primo participio di agere non fu actus ma agitius, da cui venne agitare, come poi da actus actitare. Vedi il Forcellini in caveo, fine e p. 2368. Lo stesso dico di cogitare, o venga da agitare o dall’antico coagitus. Vedi p. 2106, capoverso 1. E similmente, come da lectus di legere derivarono lectare e lectitare, cosí dall’antico legitus il verbo legitare mentovato da Prisciano (10 giugno 1821). Vedi p. 1167.


*    Alla p. 1113, margine. Se però rogitare non deriva da un antico participio rogitus di rogare (come domitus di domare, crepitus ovvero il supino crepitum di crepare e tali altri), del che mi dà forte sospetto la nostra voce rogito, participio sostantivato da rogare, in vece di rogato. Da lactatus allattato, lactitare ec. Restitare non saprei se da restatus o restitus, ambedue inusati, e se da resisto o resto. Vedi p. 2359. La bassa latinità diceva parimente rogitus us nello stesso significato ed anche addiettivamente rogitus a um, e roitus in luogo appunto di rogatus, del che vedi il Du Cange. Del resto anche da paratus di parare, da imperatus d’imperare, da volatus o volatum di volare, da vocatus di vocare (vedi Forcellini circa vocitare che par verbo continuativo dinotante costume) e da mussatus di mussare i latini fecero paritare, imperitare, volitare, vocitare, e mussitare(vedi p. 2079 e 2192, fine e 2199, principio); e generalmente pare che questo fosse il costume nel formare o i frequentativi o i continuativi da’ participii in atus della prima congiugazione, di cambiare cioè l’a [p. 447 modifica]del participio in i per isfuggire il cattivo suono, per esempio, di mussatare o mussatitare (eccetto però datare ec.). Cosí da mutuatus di mutuare fecero mutitare, sincopato da mutuitare, se crediamo a quelli che derivano questo verbo mutitare dal precedente mutuare. Altri lo derivano da mutare, e fa parimente al caso nostro (11 giugno 1821).