Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1136

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[p. 432 modifica] le grandi ed estese relazioni de’ latini cogli stranieri, era meno soggetta ad esserne alterata, se non altro nel suo fondo principale: 3,° conoscendo noi bastantemente i tempi della lingua latina anteriori a dette relazioni, le alterazioni che poterono poi sopravvenire a essa lingua non pregiudicano alle nostre ricerche, le quali riguardano gli antichissimi elementi di quella lingua che si parlava quando Roma o non era ancor nata o era fanciulla. Infatti gli eruditi inglesi che hanno cercato di provare l’affinità del sascrito colle lingue antiche europee, sebben credono la greca derivata dall’origine stessa che la latina, hanno tuttavia scelto piuttosto questa per le loro osservazioni, dicendo che la penisola d’Italia vorrà probabilmente riputarsi piú favorevole (della Grecia) alla pura trasmissione della lingua originale, potendo essa essersi tenuta piú lontana dalla mescolanza di nazioni circonvicine e di linguaggi diversi (Edinburgh Review; Annali di Scienze e lettere, Milano 1811, gennaio, [p. 433 modifica]gennaio, n.13, p. 38, fine). E si trova effettivamente maggiore analogia fra certe voci ec. latine e sascrite, che fra le stesse greche e sascrite, e pare che la lingua latina ne abbia meglio conservate le prime forme. L’H derivata dall’Heth dell’alfabeto fenicio, samaritano ed ebraico, il quale Heth era un’aspirazione densa o aspra (Encyclopédie; Planches des caractères) simile all’j spagnuolo (Villefroy), ha conservata nel latino la sua qualità di carattere aspirativo, laddove è passata a dinotare una e lunga nel greco, dove antichissimamente era pur segno d’aspirazione o spirito. La f e il v, mancanti all’alfabeto fenicio (Encyclopédie, loc. cit.), mancarono pure, come vedemmo, all’antico alfabeto latino (vedi p. 2004, 2329 e la p. 2371, fine).

3,° E questa che son per dire è la ragione principale. Tutti sanno, e dalle cose ancora che abbiamo dette si può vedere, quanto le lingue si allontanino