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(1137) | pensieri | 433 |
naio, n.13, p. 38, fine). E si trova effettivamente maggiore analogia fra certe voci ec. latine e sascrite, che fra le stesse greche e sascrite, e pare che la lingua latina ne abbia meglio conservate le prime forme. L’H derivata dall’Heth dell’alfabeto fenicio, samaritano ed ebraico, il quale Heth era un’aspirazione densa o aspra (Encyclopédie; Planches des caractères) simile all’j spagnuolo (Villefroy), ha conservata nel latino la sua qualità di carattere aspirativo, laddove è passata a dinotare una e lunga nel greco, dove antichissimamente era pur segno d’aspirazione o spirito. La f e il v, mancanti all’alfabeto fenicio (Encyclopédie, loc. cit.), mancarono pure, come vedemmo, all’antico alfabeto latino (vedi p. 2004, 2329 e la p. 2371, fine).
3,° E questa che son per dire è la ragione principale. Tutti sanno, e dalle cose ancora che abbiamo dette si può vedere, quanto le lingue si allontanino (1137) immensamente dalla loro prima e rozza forma mediante la coltura. Una lingua non cólta e parlata da un popolo poco in relazione cogli altri può conservarsi lunghissimo tempo o qual era da principio o poco diversa, tanto che il primitivo facilmente vi si possa ripescare. La lingua latina fu veramente formata e stabilita e perfezionata solo negli ultimi tempi dell’antichità. Giacché l’epoca del suo perfezionamento è quella di Cicerone. Ed oltre parecchi monumenti rozzi ed anteriori non poco a questa perfezione, vale a dire totale trasformazione della lingua latina primitiva, ci restano ancora molti scrittori di lingua assai meno rozza della prima e meno cólta della ciceroniana. Mediante le quali cose, come per gradi, possiamo risalire, se non altro, assai vicino ai principii della lingua latina.
Ora, per lo contrario, la formazione e quasi perfezione della lingua greca appartiene non solo alla piú lontana epoca dell’antichità che noi conosciamo