Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1121
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piuttosto da situs o situm contratto in stus o stum. Vedi anche Forcellini in Lito as, principio, e in Luo is, fine. O forse da prima si disse sitare, come secutari e solutare, da cui soltar per solvere, come ho detto p. 1527, e voltare per volutare ec. L’analogia fra il verbo essere e stare si vede nel nostro particolare stato di essere, e nel francese été, sebbene i francesi non hanno il verbo stare. Del qual participio situs abbiamo un indizio manifesto nel sido spagnuolo, ch’é participio appunto di ser, essere. E forse sussiste ancora il detto participio nel situs dei latini che significa collocato, ma che spesso è usurpato dagli scrittori in significato somigliantissimo a quello di un participio del verbo essere, e che il Vossio con pessima grazia fa derivare da sinere. È noto che presso Plauto (Curcul., I, 1, 89) alcuni leggono site in significato di este, dal che verrebbe situs, cosí naturalmente come auditus da audite; e che l’antica congiugazione del presente indicativo di esse era, secondo Varrone (De lingua latina, lib. VIII, c. 57), esum, esis, esit; esumus, esitis, esunt. Del rimanente lo stesso Forcellini, avvertendo che il verbo stare si trova adoperato piú volte in luogo di esse, soggiunge, cum aliqua significatione diuturnitatis (vedi sto), e ne reca gli esempi; cioè, dico io, secondo la primitiva proprietà di esso verbo che è continuativo di esse. Adsentari, che il Forcellini dice esser lo stesso che adsentiri, forse non è altro che un suo continuativo o frequentativo anomalo o contratto da adsentitari o per adsensari. Nel glossario Isidoriano (op. Isid., t. ult., p. 487) si trova sentitare, in animo sensim diiudicare. Vedi p. 2200, 1155 e p. 2145, fine e p. 2324, fine.
A me par di poter asserire:
1°, Che tutti o quasi tutti i verbi latini radicali (intendo non composti, non derivati, non formati da nomi, come populo da