Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1108

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Del verbo tentare dice il Forcellini che deriva a sup. tentum verbi teneo. Est enim (notate) diu et multum tenere ac tractare, ut solent quippiam exploraturi. Vedi p. 2344 e p. 1992, principio.

Cosí rictare da rictus di ringi, dictare da dictus participio del verbo dicere, e ductare da ductus del verbo ducere, e nuptare da nuptus di nubere, e flexare, del vecchio Catone, da flexus ec.; adfectare da adfectus participio di adficere, e adflictare da adflictus di adfligere; e volutare da volutus di volvere; e consultare da consultus di consulere; commentari e commentare da commentus di comminisci e comminiscere; natare dall’antico natus o natum di nare; e reptare (di cui vedi, se vuoi, Forcellini) da reptus o reptum di repere; e offensare da offensus di offendere; e argutare ed argutari (vedi Forcellini) da argutus di arguere; e occultare da occultus di occulere; e pressare da pressus di premere (gl’italiani i francesi ec. e il glossario hanno anche oppressare da oppressus); vedi p. 2052, 2349; e vectare da vectus di vehere. Vedi nel Forcellini gli esempi, i quali dimostrano che subvectare


[p. 410 modifica]subvectare e convectare denotano propriamente il costume e il mestiere di subvehere ec.

Sectari che importa (chi ben l’osserva) un’azione piú continuata e durevole che il verbo sequi, deriva senza fallo da secutus, participio di questo verbo, contratto in sectus. O piuttosto da principio dissero secutari e poi per contrazione sectari. E acciò che questa sincope non si stimi un mio supposto (un ritrovato, un’immaginazione), ecco il verbo francese exécuter e lo spagnuolo executar, vale a dire in latino executari, composto di secutari. Anzi io credo che questa prima forma del verbo sectari abbia durato nel volgare latino fino all’ultimo; e lo credo tanto a cagione dei detti verbi francese e spagnuolo, quanto perché il nostro seguitare non par che derivi da altro che da secutari o sequutari, come seguire da sequi. Giacché da sectari non avremmo fatto seguitare, ma settare, come affettare da adfectare,

Note

    essendo di desinenza passiva, avessero spesso la significazione attiva o neutra, vedi le note del Burmanno al Velleio l. II, c. 97, sect. 4. Infatti il latino, secondo l’opinione volgare, mancherebbe di participi passati significanti azione, fuorché deponenti. Vedi Forcellini, voc. Musso, fine, e vedi Partus a um e Pransus e Coenatus, e p. 2277,2340.